Il principio di accettazione o amor fati

Sanremo, 30 Ottobre 2023

Il principio di accettazione o amor fati

“Per una sorta di patto implicito con mia moglie, trascorro ogni anno 10/20 giorni in Romania, dei quali buona parte nel minuscolo paesino di campagna di sua nonna. Quest’anno tutte le ferie natalizie. Non ho mai amato molto questo paese: la bruttura del sciatto e decrepito panorama urbano, quello rurale fatto di avvilenti casupole dai tetti storti, la mestizia cosi’ diffusa negli occhi della gente, spesso malvestita, e quasi sempre a spasso con una borsa di plastica in mano; la pochezza del livello civico e culturale medio. Anche la lingua mi risultava fastidiosa, con quell’inflessione che ai miei orecchi la fa somigliare a un dialetto del norditalia, ad un italiano un poco trascurato e meno ricco. Per non parlare dei motivi decorativi folcloristici, della musica tradizionale, ancora molto in voga (e certo questo e’ un bene) ma cosi’ irritante, della religiosita’ ortodossa cosi’ capillarmente diffusa non solo nelle fascie anziane della popolazione… I primi anni dopo solo qualche giorno gia’ raggiungevo il limite di sopportazione.

Eppure, anno dopo anno ho imparato a convivere con tutto questo e a vederne altri aspetti. Mi sono calato ancor piu’ nella ruralita’ della vita contadina, ho iniziato a parlare con questa gente, spesso povera, e a capirne 𝐥’𝐮𝐦𝐚𝐧𝐢𝐭𝐚’ 𝐫𝐮𝐯𝐢𝐝𝐚, “𝐛𝐚𝐬𝐚𝐥𝐞”, 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐥𝐢𝐜𝐢 𝐞 𝐝𝐢 𝐫𝐚𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐢 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐥𝐢𝐚𝐫𝐢 𝐬𝐩𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐬𝐭𝐫𝐞𝐭𝐭𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐝𝐚 𝐧𝐨𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞 𝐩𝐢𝐮’. Ho condiviso con loro i bicchierini di palinca (grappa) al mattino per sopportare il corposo lavoro fisico della giornata o, semplicemente, l’asprezza della quotidianita’. Ho imparato ad accettare tutto questo come un dono che la vita mi ha riservato per vedere anche le altre facce della medaglia (del resto solo per venti giorni all’anno e mi posso quindi considerare piu’ che fortunato). Quando, nel mio lavoro ordinario di manager, mi lamento di qualcosa e mi chiedo chi me lo fa fare, o mi dico “sarebbe stato meglio andare a lavorare la terra”, penso ai mei venti giorni all’anno in Romania, mi rendo conto che non ho il diritto di lamentarmi di nulla, ed in pochi minuti ritorno soddisfatto ad affrontare la quotidianita’. E, comunque, se poi un giorno mi dovessi ritrovare davvero a lavorare la terra, avrei anche un’idea di come cominciare e molte persone che – in Romania – si farebbero in quattro per insegnarmelo e darmi una mano.

Insomma, ho imparato e sono convinto che 𝐥’𝐚𝐩𝐩𝐫𝐨𝐜𝐜𝐢𝐨 𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨𝐫𝐞 𝐞’ 𝐚𝐜𝐜𝐞𝐭𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐭𝐨𝐮𝐭-𝐜𝐨𝐮𝐫𝐭 𝐥𝐞 𝐬𝐢𝐭𝐮𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐞𝐝 𝐨𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐮𝐧𝐢𝐭𝐚’ 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐜𝐢 𝐨𝐟𝐟𝐫𝐞 𝐞, 𝐜𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 𝐞 𝐭𝐚𝐧𝐭𝐚 𝐩𝐚𝐳𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚, 𝐯𝐨𝐥𝐠𝐞𝐫𝐥𝐞 𝐚 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐟𝐚𝐯𝐨𝐫𝐞, 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐢 𝐩𝐮𝐨’ 𝐟𝐚𝐫𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐜𝐚𝐬𝐢. Un proverbio arabo recita: Non sposare la donna che ami, ma ama la donna che sposi. Certo non e’ applicabile letteralmente alla civilta’ occidentale, ma ha indubbiamente senso se interpretato in senso lato. Declinato nei termini piu’ generali dell’esistenza: 𝐧𝐨𝐧 𝐥𝐢𝐦𝐢𝐭𝐚𝐫𝐭𝐢 𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐭𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐚, 𝐦𝐚 𝐚𝐩𝐩𝐫𝐞𝐳𝐳𝐚 𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐮𝐢𝐬𝐜𝐢 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐞 𝐛𝐚𝐬𝐢 𝐝𝐢 𝐜𝐢𝐨’ 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐞𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢 (il fato, Dio, chiamatelo come volete….) ti offrono. E’ il principio di accettazione o amor fati: l’adeguamento dei comportamenti dell’individuo allo stato delle cose, ossia alla realtà; l’atto di assenso, convinto, continuo e totale, che l’uomo (saggio) tributa ad ogni accadimento che sopraggiunge sul cammino della vita e che porta con se’ la riduzione o, idealmente, la totale rimozione di sofferenza psicologica derivante dal disallineamento tra i nostri scopi e la realta’ dei fatti che ne ostacolano il raggiungimento.

Ci ho messo quindici anni per impararlo sulla mia pelle, e posso dire che ne e’ valsa la pena.”