Ieri sono stata contattata dalla madre di un adolescente di sedici anni. Mi racconta di suo figlio, vittima del classico disturbo dell’attenzione oggi cosi comune nei nativi digitali: non ha la pazienza di ascoltare un’informazione di cinque minuti, figuriamoci di leggerla; per quanto riguarda lo studio, il ragazzo afferma di aver bisogno di più animazione, altrimenti non vuole essere coinvolto; nel tempo libero, la sua occupazione principale è guardare compulsivamente video su Tik Tok, e via di questo passo…
Come possiamo aiutarlo, senza mettergli pressione, affinché inizi a migliorare la sua capacità di attenzione e a cambiare in meglio la sua fonte di informazioni?
- Ponetelo in una condizione pratica in cui la sua abitudine al “cambiamento continuo” semplicemente non funzioni. Se ti dice che cinque minuti sono troppi per ascoltare qualcuno che gli parli del suo futuro professionale, e che le informazioni dovrebbero cambiare dopo uno o due minuti…a pranzo ponetegli nel piatto solo tre pezzi di pasta o due chucchiai di minestra, e immediatamente cambiate il piatto offrendo per secondo una sola fettina (sottile) di salame ed una oliva, e dopo un minuto esatto toglietelo e passate al dessert fatto di un centimetro cubo di tiramisù …E quindi chiedetegli se è sazio e se gli è piaciuto il pranzo! E spiegategli con calma la metafora, che come non si può godere e saziarsi di un pasto in cui le portate minuscole si succedono continuamente, cosi’ non si può passare da un video all’altro e saltare da una pagina all’altra leggendo sempre solo poche righe per ogni argomento, e pretendere di imparare qualche cosa…
- Se ha voglia di cambiare sport in continuazione perchè si annoia o perchè vuole provare qualcosa di nuovo…lasciatelo fare, e però convincetelo che durante le prossime vacanze estive dovrà gaudagnarsi dei soldi che potrà poi liberamente spendere come preferisce: dategli delle piccole responsabilità e fatelo sentire utile.
- Giocate a mantenere la “dolce attesa”: spesso quando un ragazzino dice di avere bisogno di qualcosa, subito i genitori provvedono, pur di far smettere le lagnanze: ma davvero ha bisogno di un nuovo paio di scarpe da tennis? Se non ha l’ultimo modello di Nike, sarà proprio preso in giro dagli amici come lui vuol farci credere? Non viziateli, sforzatevi di spiegare loro che la loro unicità può essere un valore, che è proprio un vestito differente da quello di tutti gli altri ad essere speciale e ad attirare l’attenzione, cosi’ come chiunque si volterà ad ammirare un’auto unica che può essere una Rolls Royce ma anche una Dacia d’epoca ben restaurata, mentre nessuno farà caso ad una Golf, magari in ottimo stato, ma come ce ne sono tante. Attenzione: l’attitudine di molti genitori di offrire ai figli il più possibile (accompagnarli a scuola, tablet, telefono, auto a diciott’anni, ecc…) non è mai un modo sano di farli crescere. Un altro buon esempio è chiedere loro di immaginare di andare a pranzo nello stesso ristorante tutti i giorni: per quanto possa essere di ottimo livello, dopo qualche settimana, se non qualche giorno, diventerà un’abitudine e non ci si andrà più con lo stesso piacere. Anche andare al ristorante diventerà una normalità. Il massimo, se ce lo si può permettere, sarebbe fare provare ai nostri figli per davvero questa esperienza, “obbligandoli” allo stesso buon ristorante fino a che non ne possano più! Quanto più queste normalità aumentano, tanto più diminuiscono la nostra motivazione, il nostro desiderio, il nostro entusiasmo.
- Fate qualche attività insieme: guardate qualche documentario, chiedetegli di aiutarvi a cucinare o a lavare i piatti, andate al cinema o a giocare a tennis insieme.
- Fategli un regalo diverso: invece di una nuova playstation, regalategli un pacchetto di sedute con un coach/psicologo con il quale parlare liberamente dei suoi problemi, di cosa vorrebbe cambiare nella sua vita, ecc…
La teoria motivazionale di Maslow afferma che una persona agisce per soddisfare determinati bisogni. Se i genitori colmano con troppa solerzia le richieste e le necessità dei figli, la loro motivazione a fare qualcosa non aumenterà. Se i ragazzi non si sentono utili e all’altezza, se non si sentono stimati e rispettati, allora la loro frustrazione ed insoddisfazione cresceranno.
Guardate alle famiglie regali, o altolocate. Pensate ai reali d’inghilterra, agli Agnelli, ai Kennedy…cosa fanno i loro giovani? Stanno con le mani in mano attingendo dalla ricchezza di famiglia senza nessun riguardo alla loro personale formazione? No, quasi sempre studiano, e molto. La famiglia stessa investe molto sulla formazione dei loro giovani, perchè dovranno sapere gestire ricchezze, e quindi complessità, enormi. Non è per niente facile essere molto ricchi, e magari pure famosi.
Chi smette di imparare è vecchio indipendentemente dall’età; chi continua ad imparare rimane giovane. Non lasciare invecchiare prematuramente i tuoi figli!