Soprattutto chi ha un carattere introverso o timido, ha necessità di qualche arma in più nel proprio arco per riuscire a essere accettato dal gruppo, a ricevere stima, e soprattutto a non esserne isolato, a non essere escluso, preso in giro, bullizzato.
Alcuni punti di partenza fondamentali:
- Trova qualche tuo punto di forza, e fai leva su questo.
- Ritagliati qualche attività, qualche settore, qualche conoscenza, in cui ti senti sicuro e a tuo agio. Può essere anche una cosa modesta, piccola, semplice. Ma in quella devi sentirti sicuro, e capace. Questo sarà il tuo territorio, in cui non ti sentirai inferiore agli altri. Sarà qui che gli altri avranno qualche volta bisogno del tuo aiuto, e allora ti sentirai stimato, desiderato, cercato.
- Non avere mai paura di condividere il tuo sapere con gli altri. Dove puoi, aiutali. Tutto ciò che dai, prima o poi ti tornerà sempre indietro più grande di prima.
- Non pretendere di omologarti a tutti i costi e di essere sempre uguale agli altri. E’ propio qualche piccola differenza che, invece, attrae.
Facciamo ora qualche esempio reale.
“Parliamo di me. Da bambino ero timidissimo, impacciato, abbastanza insicuro. Nello sport facevo pena. Facevo molta fatica a avere amici, tendevo a stare in disparte ed isolarmi, non prendevo mai l’iniziativa. Non sono mai stato un leader, un estroverso. Tuttavia, pur con tutte queste limitazioni, sono sempre riuscito ad essere abbastanza ben accettato dai compagni di scuola, ad avere qualche amichetto (non molti, ma non sono mai stato davvero isolato), e spesso anzi ad essere e sentirmi abbastanza stimato e molte volte anche un punto di riferimento. Perchè? Ecco perchè: nonostante la mia grande insicurezza di fondo, avevo una, solamente una, corda alla quale mi aggrappavo, e che era, letteralmente, il mio “superpotere”, quello che da un impacciato Clark Kent mi tasformava in Superman: ero bravo a scuola. Studiavo tantissimo (e quindi, tra l’altro, avevo pochissimo tempo per sentirmi solo…). Così, a scuola ero bravo. Spesso i secchioni vengono isolati. Io no, però. Perchè? Beh: riuscire bene a scuola mi dava sicurezza, era la sola cosa che mi facesse sentire sicuro di me. Questo mi faceva sentire “sicuro” nel fare anche piccole cose fuori dalle righe: qualche piccola trasgressione, qualche gioco un pochino troppo violento a ricreazione. Pastrocchiavo i quaderni. Facevo le orecchie ai libri. Strappavo qualche pagina. Di nascosto, prendevo in giro la maestra. Questo mi metteva in una luce di simpatia ai “bulli” della classe, ai ragazzini più vivaci che, però, di solito erano anche quelli meno bravi a scuola. Quindi ero abbastanza amico di questi. E magari se capitava lasciavo che copiassero, li aiutavo un poco. Ma non per calcolo. Forse solo per pigrizia: a me costava poco o niente, e per contro li sentivo dalla mia parte. Così, ero il secchione che però aveva per amici i bulli della classe. Questo mi dava ancora più forza. Avevo crato la mia nicchia.
E poi, avevo delle zie sarte che mi facevano tanti maglioni di lana, e qualche volta anche pantaloni, e camicie. Belli, ma certamente non il tipo di vestiti alla moda che i ragazzini volevano. Anche io, come loro, volevo una felpa, o la camicia di flanella a quadrettoni. Invece avevo un maglione di lana fatto a mano da bravo ragazzino di città. Eppure, quasi mai sono stato preso in giro. Invece, qualche volta è capitato che qualche bambina a cui piacevo mi dicesse qualcosa, o quantomeno io saltavo all’occhio, perchè ero diverso!”
In breve, la mossa vincente è fare leva su un proprio, anche piccolo, punto di forza, che ti permetta di sentirti a tuo agio e in sicurezza. Da li, sarà facile fare piccole incursioni in territori meno conosciuti, potendo sempre tornare in un attimo nel proprio perimetro di sicurezza, e un poco alla volta iniziare a prendere confidenza anche nei territori in cui ci sentivamo insicuri.